È sulla (mancata) ripresa economica che rischia Renzi

(articolo per Il Fatto Quotidiano – scritto con Andrea Piazza)

La politica italiana quasi ogni settimana dibatte sui dati relativi all’andamento dell’economia pubblicati dalle varie istituzioni, nazionali e internazionali: governo, Istat, Unione europea, Ocse, Fondo Monetario. A questi si aggiungono gli studi di soggetti indipendenti come le associazioni di categoria o dei consumatori.
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Governo, popolarità in ribasso per colpa di Europa ed Etruria

(articolo per Il Fatto Quotidiano – scritto con Andrea Piazza)

Per Matteo Renzi e il suo governo non è un periodo facile. Solo per stare alle cronache più recenti, ci sono stati: la polemica tra il premier e il presidente della Commissione europea Juncker; la tempesta sui mercati generata dai dubbi della Bce sulla solidità del nostro sistema bancario; le questioni relative al caso Boschi-Etruria; lo scontento della minoranza Pd sull’appoggio di Verdini alla riforma costituzionale; la controversa nomina di Marco Carrai come consulente del governo sulla cyber security; le resistenze dei cattolici Pd sul ddl Cirinnà.
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Referendum, Renzi rischia grosso con opposizioni unite

(articolo per Il Fatto Quotidiano – scritto con Andrea Piazza)

Il 2016 appena iniziato sarà un anno decisivo per la politica italiana. Non ci saranno elezioni politiche o europee. Ma sarà l’anno in cui le più grandi città italiane – Roma, Milano, Napoli, Torino – andranno al voto per rinnovare le loro amministrazioni: secondo Ipsos, il 64% degli italiani attribuisce a queste elezioni una valenza nazionale. Ma il 2016 sarà soprattutto l’anno del referendum sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi.
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Annunci e promesse non bastano più: Renzi vince solo se fa

(articolo per Il Fatto Quotidiano – scritto con Andrea Piazza)

Matteo Renzi è un politico che ama fare annunci. Come tutti i politici contemporanei, fa i conti con una campagna elettorale permanente. Sin dal momento in cui è subentrato a Enrico Letta come Presidente del Consiglio, nel febbraio 2014, ha puntato tutto sul largo consenso di cui disponeva, impostando l’azione di governo su una sorta di aut-aut (“o così o tutti a casa”) sapendo che un ritorno alle urne sarebbe risultato sconveniente per tutti, ma in particolare per la minoranza del suo partito, il Pd, e gli alleati di Ncd. Continua a leggere

Italicum o consultum?

Se non sarà approvata una nuova legge elettorale (che si tratti dell’italicum scaturito dall’accordo Renzi-Berlusconi o di un’altra), le prossime elezioni si svolgeranno con il sistema generato dalla sentenza della Consulta (potremmo chiamarlo il “consultum”, con grande sprezzo del pericolo). Non solo: è molto probabile che, una volta fallita la riforma, si vada alle urne molto presto, certamente prima del 2015 indicato come proprio orizzonte dal governo di Enrico Letta. Continua a leggere

L’italicum di Renzi e Berlusconi (e Alfano)

“Majority assuring”. Il cosiddetto italicum, la proposta di legge elettorale uscita dal confronto Renzi-Berlusconi-Alfano ha una caratteristica, quella che più stava a cuore a Matteo Renzi: individua in ogni caso una maggioranza politica. Niente più governi di “larghe intese”, dunque. Lo dimostrano anche le nostre simulazioni: abbiamo applicato il sistema (illustrato da Renzi nel corso della direzione PD di oggi pomeriggio) sia ai risultati delle elezioni politiche 2013 che all’attuale situazione, fotografata dai sondaggi degli ultimi 15 giorni.

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