Alla fine non sono servite, visto che il governo ha tranciato ogni possibilità di emendamento in sede parlamentare con l’apposizione della fiducia sul testo della manovra economica. Ma intanto le opposizioni (dal Terzo Polo al Partito democratico, passando per l’Idv) avevano da tempo presentato le loro controproposte per rendere più equa ed efficace una manovra che, a detta di tutti gli economisti, colpisce ancora una volta le fasce più deboli e avrà effetti depressivi sulla crescita.
Va detto che tutte le opposizioni hanno fatto proposto, chi più chi meno, massicci tagli ai costi della politica. Terzo Polo e Idv si sono accordati su una proposta che prevedeva il dimezzamento dei parlamentari: 300 deputati e 150 senatori; il Pd ne proponeva rispettivamente 400 e 200. Sia il Pd che l’Idv prevedevano di mettere mano agli enti locali (accorpamento di comuni, province da abolire). Tutte le opposizioni in generale hanno presentato delle proposte molto articolate per l’abbassamento della spesa per la pubblica amministrazione, che nel nostro Paese è decisamente troppo elevata.
Capitolo fiscale: oltre all’immancabile riferimento al recupero dell’evasione fiscale (che, va detto, non dovrebbe mai essere messa nelle previsioni di bilancio: ma in questo sia nel governo che nell’opposizione non sono andati certo per il sottile), dal centrosinistra sono state avanzate proposte di ri-tassazione dei capitali scudati al 5% lo scorso anno, tassazione dei grandi patrimoni; Udc e Fli rilanciavano invece la necessità di una diminuzione delle imposte.
Opposizioni unite per quanto riguarda interventi di liberalizzazioni varie (dagli ordini professionali alle dismissioni, dai servizi postali e ferroviari alle frequenze televisive). Infine, interventi anche sul fronte della giustizia: il Pd proponeva la reintroduzione del reato di falso in bilancio – abolito de facto nel 2001 da Berlusconi – e una maggiore efficienza dei procedimenti giudiziari, in questo seguito dal Terzo Polo che prevedeva di mettere mano alle circoscrizioni e alla burocrazia giudiziarie.