Festa Democratica: dibattito sulla crisi

La seconda giornata della Festa Democratica a Napoli si è aperta di mattina, con un dibattito su “Diritti e lavoro alla prova della crisi”.

Nella sala 2 del cinema Modernissimo, si sono susseguiti gli interventi di Andrea Cozzolino (eurodeputato), Antonio Marciano, Donato Pica (consiglieri regionali), Roberta Agostini (consigliere provinciale di Napoli), Anna Rea (segretaria provinciale Uil), Peppe Errico (segretario generale della Camera del Lavoro di Napoli), nonché il responsabile nazionale per l’economia del PD, Stefano Fassina.

I tema della crisi è stato affrontato in relazione alla messa in discussione dei diritti dei lavoratori che inevitabilmente si porta dietro. Come sottolineato da Anna Rea, tale questione è tanto più pressante in Campania e nel Sud in generale, dove la societò vive in una situazione di enorme deficit legalitario, e in cui è la norma, da parte degli amministratori, sprecare risorse pubbliche pur di garantirsi sacche di consenso. Ma la questione dello spreco di denaro pubblico non è univoca: lo ha ricordato Cozzolino, quando ha denunciato l’inconsistenza di un piano regionale annunciato dall’assessore regionale campano Nappi, piano su cui sarebbero stati indirizzati la metà dei fondi europei destinati alla Campania per lo sviluppo delle aree sottosviluppate.

Da parte sua, il consigliere regionale Antonio Marciano ha denunciato l’incongruenza della giunta regionale, laddove questa esprime la sua vicinanza ai lavoratori in gravissima difficoltà delle industrie campane, ma allo stesso tempo non sblocca delle risorse che potrebbero migliorare la situazione; e ha illustrato alcune delle proposte avanzate dal PD regionale per reperire subito dei fondi senza costi per la collettività, come la dismissione di una parte del patrimonio immobiliare improduttivo.

Stefano Fassina ha poi rapidamente tirato le somme dei vari interventi; ai nostri microfoni ha detto quali sono le priorità economiche dell’Italia in questo momento di crisi: “C’è bisogno di una politica industriale, lo si vede bene in Campania dove sulle difficoltà di aziende come la Fincantieri, piuttosto che sulla questione Pomigliano, il Governo latita; poi, serve un intervento fiscale che riduca il peso delle tasse sui redditi da lavoro, in particolare quelli più bassi e relativi alle famiglie con figli, e sposti il carico sui redditi da capitale e sulla rendita; infine, c’è bisogno di una politica di liberalizzazione dei mercati, per far sì che i giovani abbiano accesso alle professioni importanti e per migliorare quei servizi, pubblici e privati, che servono allo sviluppo dell’Italia“. Tutti punti toccati anche ieri nel discorso di Bersani, e su cui il Governo in questi due anni non si è mosso granché, o addirittura è andato nella direzione opposta.

Nel finale, ci sono stati gli interventi di alcuni lavoratori: Alessandra Tommasini della SLC Cgil di Napoli, ha raccontato la realtà dei tantissimi giovani, quasi tutti under 30 con elevato titolo di studio, in maggioranza donne, che lavorano nei call center; una tipologia di impiego in cui sovente si abusa dei contratti a progetto a tempo determinato e del lavoro interinale. Ha inoltre ricordato come, ai tempi del ministro Damiano, ciascuna delle due ispezioni promosse dal Ministero del Lavoro nei call center italiani abbia scoperchiato situazioni di sistematico abuso dei diritti dei lavoratori. A questo intervento è seguito quello di un operaio di Pomigliano, che ha sottolineato la giustezza della politica industriale di Marchionne, intervento che è “degenerato” in una specie di dibattito a due voci con una giovane del pubblico in disaccordo con la posizione espressa dall’operaio.

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